Capelli nerissimi, occhi di
brace, una forza che irrompe in una grande delicatezza, un’espressione curiosa, uno
sguardo che penetra: era Assunta Adelaide Luigia Modotti (chiamata Tinissima
dalla sua mamma). Attrice, fotografa, rivoluzionaria, migrante, attivista
politica perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di
Rivera e Siqueiros, figura leggendaria, donna bellissima, dai molti nomi e
dalle molte vite, Tina Modotti ebbe una grande vera passione, la fotografia (
prima messa a servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta
politica), rivelatasi quando aveva vent’anni, trasmessale, insieme alle
tecniche, dal maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa,
Edward Weston, che lei riamò ma al quale preferì, poi, il comunismo.
siti consultati:
http://www.comitatotinamodotti.it/
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/tina-modotti/
Nacque da una famiglia povera a
Pracchiuso, in provincia di Udine, nel 1896. Il padre Giuseppe lavora come
meccanico e carpentiere, mentre la madre Assunta Mondini fa la cucitrice. Impossibilitata a seguire la
scuola, nel 1913, quando aveva solo 17 anni, emigrò in America e a San
Francisco trovò lavoro come operaia tessile. Sposò un pittore e poeta canadese
squattrinato e con lui visse a Los Angeles, frequentando artisti ed
intellettuali, tra cui il fotografo americano Edward Weston.
Nel 1920 ebbe inizio la sua
avventura come attrice a Hollywood, interpreta The Tiger's Coat, per la
regia di Roy Clement e, in seguito, alcune parti secondarie in altri due film, Riding
with Death e I can explain. ma riluttante ad avere
ruoli che esaltavano solo la sua bellezza, lascio quel mondo vuoto e finto.
Quando suo marito morì, Tina,
innamorata di Weston, lo seguì in Messico, dove visse gli anni per lei poi
definiti i più luminosi, quelli dal 1923 al 1930. Insieme a Edward Weston e a
suo figlio Chandler, Tina si stabilisce a Tacubaja e poi nella capitale. Unita
a Weston da un travolgente amore, vive insieme a lui quegli anni gioiosi a
contatto con i grandi pittori muralisti come David Alfaro Siqueiros, Diego
Rivera e Clemente Orozco, tutti facenti parte del Sindacato artisti e fondatori
del giornale El Machete. Coinvolta
dall’atmosfera di arte rivoluzionaria che regalava il “Rinascimento messicano” scoprì
la fotografia, quella che sarà la sua più grande passione. Fu abile a unire
l'impegno sociale con la passione artistica; padrona della tecnica, giocando
magistralmente con le luci e le ombre, riuscì a prodursi in maniera originale e
con uno stile personale.
D’indole ribelle, proletaria per
nascita, in quegli anni seguì le fila dell’estrema sinistra e nel 1927 aderì al
Partito comunista.
Fra il 1925 e il 1926 Tina e
Edward tornarono a San Francisco dove l’artista rivide la madre ammalata, in
quel periodo conobbe la fotografa Dorothea Lange, e la sua passione per la
poesia divenne sempre più concreta e acquistò la prima macchina fotografica
professionale: la Graflex. Rientrati in Messico affrontarono un viaggio di
alcuni mesi nelle regioni più suggestive e Tina immortalò le tante immagini per
il libro di Anita Brenner Idols Behind Altars.
La relazione con Weston entrò in
crisi e i due si lasciarono come coppia pur mantenendo i contatti torna in
forma epistolare.
Dopo la partenza di Weston per
gli Stati Uniti si legò a vari militanti del Partito comunista messicano,
finché nel 1928, dopo l’uccisione del rivoluzionario cubano Antonio Mella, suo nuov
compagno ( morì al suo fianco mentre passeggiavano) fu considerata persona sospetta ed espulsa dal
Messico.
Fuggì in Europa dove aiutò profughi
ed esiliati e, una volta in Spagna, si arruolò nel Soccorso internazionale, col
nome di “Maria”. La guerra la costrinse
ad abbandonare la fotografia: non
fotografo più, ho troppo lavoro da fare, così scrisse a Weston al quale
continuava ad essere emotivamente legata.
Nel 1942 gli Stati Uniti le
negarono il visto e Tina fece ritorno in
Messico con il triestino Vittorio Vidali, funzionario del Partito comunista.
Era il 5 gennaio 1942 e in un taxi fu
stroncata da una misteriosa crisi cardiaca.
Da allora Tina Modotti entrò per
sempre nella leggenda; controverso e non chiarito ancora oggi è il suo ruolo
nel movimento comunista internazionale, indubbia resta la sua vera passione, la
fotografia (è prodotta dal presente e ha un ruolo nel processo storico, Tina
Modotti) ed innegabile è il fascino dei suoi sofisticati scatti, composizioni
astratte, nature morte, fiori, volti di operai, donne lavoratrici, che ancora
oggi sorprendono per il talento tecnico e per la sorprendente modernità.
di Simona Bertocchisiti consultati:
http://www.comitatotinamodotti.it/
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/tina-modotti/
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