Un personaggio, signore, può sempre chiedere ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere “nessuno”.
(Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore)
La linea tra l’essere e l’apparire, tra la forma e l’essenza, tra la persona e il personaggio è il tema predominante nelle opere di Luigi Pirandello.
Pirandello visse a cavallo tra due secoli assistendo appieno alla crisi che avviene ogni volta che la storia porta si affaccia con incertezza su una nuova epoca .
La maschera per Pirandello rappresenta proprio quel tipo di società che noi abbiamo poi adattato alla nostra. Lo scrittore vuole descrivere il volto sfaccettato del genere umano: tutti indossiamo una maschera, alcuni con fatica, altri con maggiore naturalezza. Ognuno deve adattarsi alle situazioni che la vita impone e scegliere nel mucchio la copertura più adatta.
L’esempio perfetto della maschera pirandelliana è: “Uno, nessuno e centomila”, qui l’autore è alla disperata ricerca dell’identità dell’individuo, ne traccia gli aspetti, la gestualità, la psicologia fragile, la difficoltà di comunicazione con gli altri.
Il contrasto tra l’essere e l’apparire è fortemente contrastato, eppure è la vita stessa ad imporre una maschera per entrare a contatto con gli altri e fare parte di un insieme. Non si può essere madre e amante usando la stessa maschera, non si può gestire un colloquio di lavoro e una chiacchierata tra amici allo stesso modo.
Tutto questo non sembrerebbe così grave, se non fosse che spesso come si mente in società, allo stesso modo si inventano menzogne a noi stessi.
La raccolta "Maschere nude" vuole, invece, togliere ogni maschera e portare in superficie solo il vero volto delle persone , determinando così la vera natura salvo poi scoprire che molti non hanno una forte identità , ormai assuefatti dalla maschera.
Già nel 1904 si avverte uno stile imperniato di umorismo e ironia nelle opere di Pirandello, primo esempio ne è “Il fu Mattia Pascal”, successivamente, nel 1908, lo scrittore compone un volume intitolato proprio “L’umorismo”.
E’ un’epoca in cui romanticismo e positivismo si scontrano, l’autore critica l’esasperazione della verità oggettiva e della scienza come unica fonte attendibile, mentre del romanticismo attacca il fatto che tutto sia centrato sul soggetto e sul sentimentalismo.
La ricerca dell’equilibrio è la meta da cercare , ma, essendo la condizione tra i due secoli totalmente priva di equilibrio, non rimane che usare l’ironia e l’umorismo, armarsi di maschere e riparare la vera identità dalla ferocia della realtà.
Vivere nell’illusione è la sola salvezza, serve inventare nuove realtà e personalità in cui ripararsi per non essere sconfitti dalla società. Più la persona è debole , o insicura, più ha bisogno di essere un personaggio.
L’illusione in cui si vive, però, viene tradita dall’umorismo che la “smaschera” e mostra il lato fragile dell’individuo, la sua essenza.
L’umorismo vuole dimostrare che la vita non ha un senso compiuto, le illusioni e gli ideali che l’individuo si pone sono demoliti dalla vita stessa. La forma soffoca l’istinto, reprime le passioni pure, la creatività senza dighe, la fantasia, la favola L’individuo spesso fatica a recitare la sua parte, si muove nelle contraddizioni, nei dubbi, nel ridicolo.
PIRANDELLO E I SOCIAL NETWORKS:
UNO, NESSUNO, CENTOMILA potrebbe essere un nome perfetto per un Social Network, ne rappresenta l’essenza. Un agorà abitato da identità nascoste, da individui che si raccontano attraverso una maschera e studiano le reazioni che provocano, da persone che si camuffano svelando solo a chi sa leggere tra le righe la propria identità. Un esercito di persone che prova a fregare il destino.
Fino a quando l’anima di una persona, la vera identità può reggere il gioco?
Tutto dipende dal vissuto, da come uno reagisce ai messaggi sociali, dalla dose di fiducia che si ha in se stessi. Tutto è relativo, soggettivo eppure oggi come in passato ognuno di noi cede al bisogno di nascondersi e svelarsi dietro qualche maschera a fare da scudo. Il Social Network è un terreno fertile per chi vuole illudersi di agire per cambiare le cose senza muovere un dito. Le più grandi utopie, le grandi ideologie, le esternazioni per dare un’immagine positiva, la capacità di vendere il personaggio e non la persona, le lunghe riflessioni per sfogare sdegno e repressione senza metterci la faccia …. tutto questo e molto di più lo troviamo in rete.
Esserci senza rischiare, “vedere di nascosto l’effetto che fa” per citare Jannacci, prediligere gli sconosciuti come confidenti anziché affrontare il problema vis à vis.
Pirandello di certo avrebbe una pagina face book tra le più visitate, rilascerebbe i suoi pensieri appuntiti su twitter, avrebbe fatto i primi esperimenti sociali per scrivere un ennesimo capolavoro sugli strani abitanti di questa nuova era dell’immagine.
Se si pensa che ha fatto in parte tutto questo prima dell’avvento dei Social Networks non ci si stupisca se viene definito un genio.
PIRANDELLO E I SOCIAL NETWORKS:
UNO, NESSUNO, CENTOMILA potrebbe essere un nome perfetto per un Social Network, ne rappresenta l’essenza. Un agorà abitato da identità nascoste, da individui che si raccontano attraverso una maschera e studiano le reazioni che provocano, da persone che si camuffano svelando solo a chi sa leggere tra le righe la propria identità. Un esercito di persone che prova a fregare il destino.
Fino a quando l’anima di una persona, la vera identità può reggere il gioco?
Tutto dipende dal vissuto, da come uno reagisce ai messaggi sociali, dalla dose di fiducia che si ha in se stessi. Tutto è relativo, soggettivo eppure oggi come in passato ognuno di noi cede al bisogno di nascondersi e svelarsi dietro qualche maschera a fare da scudo. Il Social Network è un terreno fertile per chi vuole illudersi di agire per cambiare le cose senza muovere un dito. Le più grandi utopie, le grandi ideologie, le esternazioni per dare un’immagine positiva, la capacità di vendere il personaggio e non la persona, le lunghe riflessioni per sfogare sdegno e repressione senza metterci la faccia …. tutto questo e molto di più lo troviamo in rete.
Esserci senza rischiare, “vedere di nascosto l’effetto che fa” per citare Jannacci, prediligere gli sconosciuti come confidenti anziché affrontare il problema vis à vis.
Pirandello di certo avrebbe una pagina face book tra le più visitate, rilascerebbe i suoi pensieri appuntiti su twitter, avrebbe fatto i primi esperimenti sociali per scrivere un ennesimo capolavoro sugli strani abitanti di questa nuova era dell’immagine.
Se si pensa che ha fatto in parte tutto questo prima dell’avvento dei Social Networks non ci si stupisca se viene definito un genio.
Simona Bertocchi
Si
RispondiEliminasemplicemente meravigliosa come spiegazione per la mia ricerca sull'"Umorismo di Pirandello",ottima esposizione e grammatica,penso proprio che questo sia quello che cercavo e di cui avevo bisogno!:)il mio grazie più sincero,una 13enne di terza media:)
RispondiEliminanon so come rispondere alla ragazzina di 13 anni che mi ha scritto in privato. Sono felice che questa relazione ti sia servita, serviti pure nel mio blog se trovi altro di interessante.
RispondiEliminaBUONA VITA
Bello il suo commento sulla contrapposizione maschera/volto, essere/apparire, rinunciare ad essere per poter apparire, rinunciare alla propria lucidità accettando allo stesso modo la follia come perdita di identità sociale.
RispondiEliminaHo avuto ulteriori chiarimenti sulla visione del mondo Pirandelliana e sul sentimento del contrario. Grazie
ciao Martina, felice di avere scritto un post di interesse.
RispondiEliminaSiamo tutti "uno, nessuno, centomila" e siamo così abituati, e spesso obbligati, a coprirci con una maschera, che capita di dimenticarci di toglierla, aderisce al nostro essere, si fonde con l'apparire.
un caro saluto :)
premetto che Pirandello è uno degli autori che preferisco, complimenti davvero per il tuo blog!
RispondiEliminacomplimenti a te per amare oggi uno scrittore del passato come Pirandello , hai notato quanto sia lui, sia Calvino siano incredibilmente attuali :)
Eliminasono felice che ti piaccia il mio blog, ci metto il cuore, i sogni e qualche urlo.:)
Salve. Sono uno studente di un Liceo dell'ultimo anno e in tesina porto i social network. Avrei intenzione di fare un collegamento con Pirandello e le maschere parlando delle maschere che ognuno di noi mette in mostra sui social, fornendo di sè l'immagine migliore possibile. Penso che uno nessuno centomila potrebbe essere inerente, ha dei suggerimenti ?
RispondiEliminaGRAZIE MILLE
Sono contenta di interagire con tanti studenti appassionati di Pirandello. "Uno, nessuno,centomila" è assolutamente attinente al tema della maschera, sotto la maschera può non esserci nessuno o possono esserci tante personalità, tante vite in una, tutto esprime la crisi dell'individuo che intacca la sua individualità.
RispondiEliminaBuona vita, Riccardo :)
Salve Simona! Sona una studentessa dell'ultimo anno e nella mia tesina porta le maschere come simbolo di liberazione e simbolo di prigione. Le maschere come prigione avevo pensato alle maschere pirandelliane, la società che imprigiona l'uomo e lo costringe ad indossare una maschera e volevo collegarci uno nessuno e centomila. Non se va bene il termine prigione, puoi darmi qualche suggerimento? grazie mille!
RispondiEliminaanche io porto le maschere alla tesina :) ahahahah
EliminaBuona fortuna!
Lorenzo
evviva i pirandelliani allora.
EliminaAlla stedentessa dico che prigione rende l'idea, la costrizione di essere recluso in una società che non sentiamo nostra, l'impotenza che spesso abbiamo quando ci muovono i fili e ci mettono in bocca le frasi da dire.
In bocca al lupo ragazzi e per qualsiasi aiuto scrivetemi :)
Simona Bertocchi
Salve, sono una studentessa che quest’anno deve sostenere gli esami di maturità e il mio argomento portante è il make- up , il trucco che appunto è una copertura e l’ho collegato a Pirandello con la “Teoria delle maschere”!
EliminaCasualmente mi sono “imbattuta” nel suo blog e ho notato la destrezza e la bravura nello scrivere.
Per questo le scrivo, magari mi può dire qualcosa riguardo questi due argomenti che ho collegato.
Spero vivamente che mi risponda.
Grazie in anticipo
Un saluto
Salve, sono una studentessa che quest’anno deve sostenere gli esami di maturità e il mio argomento portante è il make- up , il trucco che appunto è una copertura e l’ho collegato a Pirandello con la “Teoria delle maschere”!
EliminaCasualmente mi sono “imbattuta” nel suo blog e ho notato la destrezza e la bravura nello scrivere.
Per questo le scrivo, magari mi può dire qualcosa riguardo questi due argomenti che ho collegato.
Spero vivamente che mi risponda.
Grazie in anticipo
Un saluto
ciao Chiara, ti ho scritto in privato. Teniamoci in contatto. Ringrazio tutti voi perché mi aiutate a rendere più completo questo post con le vostre richieste che implicano un'ulteriore ricerca.
Elimina"Qui potrete camminare scalzi, togliere il trucco, stare in silenzio o tirare un urlo. Qui potrete passarvi i pensieri e dare il giusto peso alle parole. Fuori il mondo procede nella direzione opposta, questa è una piccola isola che non c'è."
RispondiEliminaQuesto si che è parlare.
Complimenti, Lorenzo
Grazie Lorenzo, già dare il giusto peso alle parole potrebbe fare la differenza , se poi lo si fa senza trucco allora potremmo cominciare a migliorare molte cose.
RispondiEliminaSe ci sono argomenti che vi interessano fatemelo sapere che provo a trattarli.
un sorriso
Simona Bertocchi
Complimenti, bel lavoro!!! mi è molto utile per l'esame che devo affrontare tra qualche giorno!!! brava!brava
RispondiEliminasapere di essere stata utile per un esame è puro godimento :) grazie ragazzi !
EliminaBello leggere le tue parole...
RispondiEliminaArgomento quello sul nascondersi dietro ad una maschera che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni guardando negli occhi le altre persone ups ... maschere ;)
grazie. Nessuno come Pirandello è stato un così attento sociologo capace di modellare sui libri le tante facce della realtà e dei suoi protagonisti.
RispondiEliminaSalve,
RispondiEliminavolevo chiedere aiuto per un possibile collegamento tra Pirandello e i Social Network. Volevo collegarli tramite le maschere, ma non mi è molto chiaro il concetto che li lega.. avrebbe un minuto per chiarirmi le idee?
La ringrazio e le faccio i complimenti per il sito!
Giacomo
Ciao Giacomo, perdona se rispondo solo adesso ma sono in piena promozione col libro e ho ritmi accelerati ma ho letto con interesse la tua bella domanda e ti ringrazio perchè mi dai modo di integrare il mio post iniziale che andrò a completare.
RispondiEliminaTi dico la mia opinione
UNO, NESSUNO, CENTOMILA potrebbe essere un nome perfetto per un Social Network, ne rappresenta l’essenza. Un agorà abitato da identità nascoste, da individui che si raccontano attraverso una maschera e studiano le reazioni che provocano, da persone che si camuffano svelando solo a chi sa leggere tra le righe la propria identità. Un esercito di persone che prova a fregare il destino.
Fino a quando l’anima di una persona, la vera identità può reggere il gioco?
Tutto dipende dal vissuto, da come uno reagisce ai messaggi sociali, dalla dose di fiducia che si ha in se stessi. Tutto è relativo, soggettivo eppure oggi come in passato ognuno di noi cede al bisogno di nascondersi e svelarsi dietro qualche maschera a fare da scudo. Il Social Network è un terreno fertile per chi vuole illudersi di agire per cambiare le cose senza muovere un dito. Le più grandi utopie, le grandi ideologie, le esternazioni per dare un’immagine positiva, la capacità di vendere il personaggio e non la persona, le lunghe riflessioni per sfogare sdegno e repressione senza metterci la faccia …. tutto questo e molto di più lo troviamo in rete.
Esserci senza rischiare, “vedere di nascosto l’effetto che fa” per citare Jannacci, prediligere gli sconosciuti come confidenti anziché affrontare il problema vis à vis.
Pirandello di certo avrebbe una pagina face book tra le più visitate, rilascerebbe i suoi pensieri appuntiti su twitter, avrebbe fatto i primi esperimenti sociali per scrivere un ennesimo capolavoro sugli strani abitanti di questa nuova era dell’immagine.
Se si pensa che ha fatto in parte tutto questo prima dell’avvento dei Social Networks non ci si stupisca se viene definito un genio.
Semplicemente stupendo...
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